"L'Uganda è un epicentro di terrore che merita più attenzione, più risorse e più coinvolgimento politico. In nessun altra parte del mondo c'è una tale concentrazione di persone che sono state terrorizzate per così tanti anni.
A più di due anni dall'avvio dei negoziati di pace tra il Governo dell'Uganda e i ribelli della Lord's Resistance Army (LRA) per porre fine a una delle più lunghe e sanguinose guerre civili africane che hanno causato una disastrosa emergenza umanitaria, stiamo assistendo alla delicata fase del ritorno degli sfollati ai villaggi di origine e alla realizzazione di nuovi insediamenti, in una regione completamente martoriata.
La situazione nel nord del Paese mostra progressivi miglioramenti ma richiede uno sforzo ancora maggiore per rispondere ai bisogni sia della popolazione ancora nei campi sfollati sia di quella ritornata alle zone d'origine o in fase di ritorno.
AMREF, insieme alle altre organizzazioni e alle autorità locali è impegnata in questa duplice sfida.
Nei tre distretti di Gulu, Kitgum e Pader, i più colpiti dalla guerra, i movimenti di uscita dai campi sono tuttavia più lenti che altrove e si ritiene che il processo di rientro ai villaggi di origine, che in altre aree si sta concludendo o già si è concluso durerà per tutto il 2009.Molta gente, inoltre, anche se uscita dai campi, non è subito tornata ai villaggi di origine ma ha preferito stazionare in "siti intermedi, dai quali ha verosimilmente un più facile accesso alla propria terra e può dedicarsi di nuovo alla coltivazione dei campi.
Lo scenario ora descritto sottintende la necessità di assicurare un'effettiva risposta umanitaria ai bisogni degli sfollati in ciascuna delle varie fasi del rientro ai villaggi d'origine.
Come ribadito dalle Nazioni Unite, nessuna organizzazione umanitaria o agenzia umanitaria può permettersi in questo momento di far venire meno il proprio supporto, almeno fin tanto che gli sfollati non abbiano completato il processo di rientro ai villaggi di origine, sia nel caso che questo processo sia già in corso, sia nel caso che gli sfollati stessi decidano di posticiparlo.
Questo è quanto sta effettivamente avvenendo nei diversi distretti; secondo i dati forniti dalle Nazioni Unite, un numero significativo di sfollati non intende per il momento rientrare a casa: considerazioni quali la maggiore sicurezza, la vicinanza ai servizi di base e l'abitudine ormai acquisita a vivere in comunità, fa sì che molta gente preferisca rimanere nei "siti intermedi"se non addirittura nei campi sfollati, approfittando della vicinanza con i villaggi d'origine per svolgere attività generatrici di reddito o occuparsi della produzione di cibo.
L'intervento a Pader
Pader, una delle zone più povere del paese, i cui problemi sono dovuti a mancanza di acqua o alla presenza di acqua contaminata, è composta prevalentemente da una popolazione che vive tutt'oggi nei campi sfollati.
Il pozzo è stato realizzato nel distretto di Pader, grazie al supporto di un comitato locale composto da circa 4 persone.
Situato a Nord del paese, Pader confina a nord con il distretto di Kitgum, a est con Kotido, a ovest con Gulu e a sud con Lira ed è un distretto di recente costituzione.
Pader è stato distaccato dal Kitgum ufficialmente nel dicembre 2001. È composto dalle contee di Agago e di Aruu.
A più di due anni dall'avvio dei negoziati di pace tra il Governo dell'Uganda e i ribelli della Lord's Resistance Army (LRA) per porre fine a una delle più lunghe e sanguinose guerre civili africane che hanno causato una disastrosa emergenza umanitaria, stiamo assistendo alla delicata fase del ritorno degli sfollati ai villaggi di origine e alla realizzazione di nuovi insediamenti, in una regione completamente martoriata.
La situazione nel nord del Paese mostra progressivi miglioramenti ma richiede uno sforzo ancora maggiore per rispondere ai bisogni sia della popolazione ancora nei campi sfollati sia di quella ritornata alle zone d'origine o in fase di ritorno.
AMREF, insieme alle altre organizzazioni e alle autorità locali è impegnata in questa duplice sfida.
Nei tre distretti di Gulu, Kitgum e Pader, i più colpiti dalla guerra, i movimenti di uscita dai campi sono tuttavia più lenti che altrove e si ritiene che il processo di rientro ai villaggi di origine, che in altre aree si sta concludendo o già si è concluso durerà per tutto il 2009.Molta gente, inoltre, anche se uscita dai campi, non è subito tornata ai villaggi di origine ma ha preferito stazionare in "siti intermedi, dai quali ha verosimilmente un più facile accesso alla propria terra e può dedicarsi di nuovo alla coltivazione dei campi.
Lo scenario ora descritto sottintende la necessità di assicurare un'effettiva risposta umanitaria ai bisogni degli sfollati in ciascuna delle varie fasi del rientro ai villaggi d'origine.
Come ribadito dalle Nazioni Unite, nessuna organizzazione umanitaria o agenzia umanitaria può permettersi in questo momento di far venire meno il proprio supporto, almeno fin tanto che gli sfollati non abbiano completato il processo di rientro ai villaggi di origine, sia nel caso che questo processo sia già in corso, sia nel caso che gli sfollati stessi decidano di posticiparlo.
Questo è quanto sta effettivamente avvenendo nei diversi distretti; secondo i dati forniti dalle Nazioni Unite, un numero significativo di sfollati non intende per il momento rientrare a casa: considerazioni quali la maggiore sicurezza, la vicinanza ai servizi di base e l'abitudine ormai acquisita a vivere in comunità, fa sì che molta gente preferisca rimanere nei "siti intermedi"se non addirittura nei campi sfollati, approfittando della vicinanza con i villaggi d'origine per svolgere attività generatrici di reddito o occuparsi della produzione di cibo.
L'intervento a Pader
Pader, una delle zone più povere del paese, i cui problemi sono dovuti a mancanza di acqua o alla presenza di acqua contaminata, è composta prevalentemente da una popolazione che vive tutt'oggi nei campi sfollati.
Il pozzo è stato realizzato nel distretto di Pader, grazie al supporto di un comitato locale composto da circa 4 persone.
Situato a Nord del paese, Pader confina a nord con il distretto di Kitgum, a est con Kotido, a ovest con Gulu e a sud con Lira ed è un distretto di recente costituzione.
Pader è stato distaccato dal Kitgum ufficialmente nel dicembre 2001. È composto dalle contee di Agago e di Aruu.
L'intervento a Kitgum
Attualmente anche a Kitgum più dell'80% della popolazione vive ancora nei campi sfollati. Stanno gradualmente ricominciando le attività di coltivazione della terra e di allevamento di animali: l'aumentata sicurezza dell'area spinge infatti la popolazione ad intraprendere attività economiche generatrici di reddito. La riabilitazione della rete stradale del distretto permette ormai di raggiungere abbastanza facilmente le aree più remote, nonostante alcune contee rimangano a tutt'oggi accessibili soltanto a piedi.
Il distretto di Kitgum confina a nord con il Sudan, a est con il distretto di Kotido, a sud con il distretto di Pader e a ovest con il distretto di Gulu. Comprende 2 contee, Chua and Lamwo, si estende per 9.773 chilometri quadrati di terreno prevalentemente piano. L'intero distretto di Kitgum conta attualmente 286.122 abitanti.
Layik East e Labongo Odonyo sono i nomi dei due pozzi.
Layik East è localizzato presso il villaggio di Layik East mentre Labongo Odonyo è localizzato presso il villaggio di Opete.; entrambi i pozzi si trovano nella nella divisione di Amida nella regione di Ktigum.
Il lavoro con le comunità di Kitgum e Pader
La realizzazione dei pozzi Layik East e Labongo Odonyo a Kitgum e del terzo pozzo situato a Pader è stata possibile grazie al coinvolgimento di tutta la popolazione locale.
Lo staff di AMREF, infatti, una volta individuato il luogo in cui intervenire, tramite opportune rilevazioni idrogeologiche e aver trasmesso alla comunità le prime tecniche di scavo, ha coinvolto la comunità locale in tutte le fasi di scavatura, del recupero dei materiali necessari, della foderazione e infine dell'installazione della pompa che ha permesso il corretto funzionamento di Shuleni.
La comunità, dunque, adeguatamente formata dallo staff AMREF, si occupa della gestione del proprio pozzo, dal suo corretto funzionamento e della sua durata nel tempo.La comunità è responsabile delle attività del tecnico addetto alle pompe dei pozzi, del materiale fornito da AMREF per la manutenzione (olio, lubrificante, pezzi di ricambio), della raccolta fondi per le piccole spese che si rendono necessarie per l'ordinaria manutenzione, al fine di garantire il corretto funzionamento della fonte idrica.
Sono stati realizzati infine anche i corsi sull'educazione ambientale e sanitaria, basati sull'utilizzo di schede e disegni semplificativi.Lo staff tecnico di AMREF ha così tenuto, corsi sulle principali norme igieniche, le malattie legate all'uso di acqua contaminata (dissenteria, colera, malaria, epatite A, tifo, vermi), come trasportare l'
acqua (evitare di usare taniche "sporche"per trasportare acqua pulita), come conservarla e come non sprecarla (anche poca acqua stagnante vicino al pozzo attira le zanzare e quindi porta la malaria).
I corsi di educazione ambientale hanno permesso di insegnare tecniche per sfruttare l'acqua nella coltivazione di orti e dare nozioni base di marketing dei prodotti che nasceranno grazie ai pozzi realizzati.
I corsi rivolti prevalentemente alle donne (che si occupano di approvvigionamento), offrono così la possibilità alle stesse di poter dedicare così tante ore alla cura dei propri figli e trovare il tempo per svolgere attività di reddito (microagricoltura).
Attualmente anche a Kitgum più dell'80% della popolazione vive ancora nei campi sfollati. Stanno gradualmente ricominciando le attività di coltivazione della terra e di allevamento di animali: l'aumentata sicurezza dell'area spinge infatti la popolazione ad intraprendere attività economiche generatrici di reddito. La riabilitazione della rete stradale del distretto permette ormai di raggiungere abbastanza facilmente le aree più remote, nonostante alcune contee rimangano a tutt'oggi accessibili soltanto a piedi.
Il distretto di Kitgum confina a nord con il Sudan, a est con il distretto di Kotido, a sud con il distretto di Pader e a ovest con il distretto di Gulu. Comprende 2 contee, Chua and Lamwo, si estende per 9.773 chilometri quadrati di terreno prevalentemente piano. L'intero distretto di Kitgum conta attualmente 286.122 abitanti.
Layik East e Labongo Odonyo sono i nomi dei due pozzi.
Layik East è localizzato presso il villaggio di Layik East mentre Labongo Odonyo è localizzato presso il villaggio di Opete.; entrambi i pozzi si trovano nella nella divisione di Amida nella regione di Ktigum.
Il lavoro con le comunità di Kitgum e Pader
La realizzazione dei pozzi Layik East e Labongo Odonyo a Kitgum e del terzo pozzo situato a Pader è stata possibile grazie al coinvolgimento di tutta la popolazione locale.
Lo staff di AMREF, infatti, una volta individuato il luogo in cui intervenire, tramite opportune rilevazioni idrogeologiche e aver trasmesso alla comunità le prime tecniche di scavo, ha coinvolto la comunità locale in tutte le fasi di scavatura, del recupero dei materiali necessari, della foderazione e infine dell'installazione della pompa che ha permesso il corretto funzionamento di Shuleni.
La comunità, dunque, adeguatamente formata dallo staff AMREF, si occupa della gestione del proprio pozzo, dal suo corretto funzionamento e della sua durata nel tempo.La comunità è responsabile delle attività del tecnico addetto alle pompe dei pozzi, del materiale fornito da AMREF per la manutenzione (olio, lubrificante, pezzi di ricambio), della raccolta fondi per le piccole spese che si rendono necessarie per l'ordinaria manutenzione, al fine di garantire il corretto funzionamento della fonte idrica.
Sono stati realizzati infine anche i corsi sull'educazione ambientale e sanitaria, basati sull'utilizzo di schede e disegni semplificativi.Lo staff tecnico di AMREF ha così tenuto, corsi sulle principali norme igieniche, le malattie legate all'uso di acqua contaminata (dissenteria, colera, malaria, epatite A, tifo, vermi), come trasportare l'
acqua (evitare di usare taniche "sporche"per trasportare acqua pulita), come conservarla e come non sprecarla (anche poca acqua stagnante vicino al pozzo attira le zanzare e quindi porta la malaria).
I corsi di educazione ambientale hanno permesso di insegnare tecniche per sfruttare l'acqua nella coltivazione di orti e dare nozioni base di marketing dei prodotti che nasceranno grazie ai pozzi realizzati.
I corsi rivolti prevalentemente alle donne (che si occupano di approvvigionamento), offrono così la possibilità alle stesse di poter dedicare così tante ore alla cura dei propri figli e trovare il tempo per svolgere attività di reddito (microagricoltura).